Le fibre, fin dalle loro prime applicazioni, hanno avuto il compito di contrastare le tensioni interne che si innescano spontaneamente in un manufatto cementizio durante l’indurimento o la maturazione. Entro circa le prime 10 ore dalla posa in opera (ritiro plastico del calcestruzzo), il conglomerato cementizio potrebbe non avere la capacità strutturale di opporsi alle tensioni che si generano al suo interno. Si vengono così a creare crepe e/o fessurazioni. Le fibre aumentano la resistenza iniziale dell’impasto cementizio in via di solidificazione, contrastando ed attenuando i fenomeni sopraccitati.
Nel caso di innesco delle fessurazioni, le fibre, grazie ad una sorta di reticolo tridimensionale, aiutano a distribuire gli sforzi che attraversano l’opera in calcestruzzo, riducendone il rischio di propagazione. In parole povere, l’utilizzo delle fibre consente di mitigare i difetti intrinseci del manufatto cementizio.
A questo indubbio vantaggio, si può aggiungere anche quello insito nelle fibre strutturali, che, impastate in maniera corretta al calcestruzzo, sostituiscono o migliorano la strutturalità propria della rete elettrosaldata.
BGB GROUP, nell’ottica di proporre soluzioni migliorative alla propria clientela, consiglia 2 tipi di fibre: • FIBER PET 30 • POLIFIX M20. Entrambe vanno inserite nell’autobetoniera, come ultimo ingrediente dell’impasto cementizio oppure sul nastro trasportatore insieme all’inerte.
La fibra FIBER PET 30 è una fibra strutturale a base di poliestere estruso a fibre orientate, con una buona resistenza a trazione. Si mescola uniformemente all’impasto cementizio, evitando di generare l’effetto ” affioramento superficiale”. Abbiamo impiegato la fibra sia nella realizzazione di pavimenti industriali che in quelli decorativi, con ottimi risultati.
La fibra POLIFIX M20 è, invece, una fibra polimerica a base di polipropilene,ideale per i massetti in sabbia e cemento.